7 mag 2011

Pascal Mazet
Stile e sostanza della Montagne de Reims 


E' da tempo che volevamo parlarvi di questo piccolo produttore il cui stile, e di pari passo i suoi champagne, ci sta particolarmente a cuore. Pascal Mazet e la moglie sono innanzitutto due persone gentilissime, sempre sorridenti, dai modi pacati e dallo sguardo vivo, due persone umili che realmente vivono la vigna e il lavoro in cantina in modo appassionato curando al meglio ogni fase della produzione.
Personalmente sono stato colpito dall'idea prima, e dalla certezza poi, di trovarmi di fronte due veri e seri lavoratori il che mi ha fatto apprezzare ancora di più uno champagne che già era entrato a far parte dei miei preferiti da tempo. Poi li ho anche assaggiati nella loro meravigliosa cantina, a cui si accede da una botola a due ante posta a terra, e dopo essere scesi di almeno 7-8 metri ci si trova in una serie di corridoi e cunicoli scavati nel gesso da generazioni prima di loro, particolarmente freddi, pieni di bottiglie stipate ovunque, per arrivare ad una "saletta", ma più che altro una cripta, con una intera parete di gesso a vivo. Stupenda.
Pascal Mazet è al momento in fase di conversione biologica, ma fino ad ora ha sempre portato avanti un tipo di agricoltura ragionata, intervenendo cioè il meno possibile, solo in caso di bisogno, e con il minimo quantitativo di prodotto possibile. Con questo sistema coltiva nel comune di Chigny Les Roses tutti e tre i vitigni, con una piccola parte di vigne ad Ambonnay e Ludes. La prevalenza è comunque delle uve a bacca nera, che poi vinifica e affina in legno lasciando che invecchino  per poi creare personalmente le cuvèe.
Il suo stile è infatti particolarmente incentrato sui vin de reserve, che utilizza in percentuali importanti, come nel Grande Reserve, che contiene il 45% di vino di riserva e il rimanente dalle annate 95 e 96. O  l'Extra Brut, che è composto con i vini del 2001 e 2002 e passa 8 anni sui lieviti, il che lo rende particolarmente complesso ed interessante. Non di meno sono il suo Carte d'Or, prodotto da vigne vecchie 50 anni e prodoto con i vini del '98, del '99 e del 2000.O proprio il brut base, particolarmente ricco e minerale, con note di frutta rossa e leggermente speziato, uno champagne da tutto pasto, e  il suo Demi-Sec, piacevolissimo e beverino. Insomma un atteso e graditissimo ritorno qui da Remigio, e se non credete a quello che vi ho detto....verificate da voi no?
Buona beva!

26 apr 2011

 Viaggio nella Champagne
  Tra maison antiche e giovani produttori

La considerazione maggiore che possiamo fare al ritorno da questo viaggio nella Champagne, è che esiste oramai una nuova e giovane generazione di produttori, che sta proponendo, con molto successo, dei vini  che sono il  frutto ed espressione del rispettivo terroir, legati alle tradizioni ma con una visione moderna e dinamica.
E' stato un piacere conoscere di persona e assaggiare gli champagne di Chartogne-Taillet, quelli di Bereche, di Tarlant, di Horiot, Goutorbe, Couche e di tanti altri ancora.
Età media 35 anni, generazioni di vignerons alle spalle, anima contadina ma in un mondo moderno e tecnologico, che oramai impugnano le redini delle loro maison con professionalità e passione, con grande attenzione per l'ambiente, che non cercano l'omologazione ma anzi esaltano le proprie diversità.

  Il breve soggiorno in terra d'oltralpe è stata anche l'occasione per salutare un mito per noi appassionati, nascosto dal mondo in quel di Ambonnay, dove ci ha "demolito" di primo mattino con alcuni pezzi formidabili. Sto parlando di Jacques Beaufort, che ci ha attrezzato una batteria da 12 assaggi alle 10 di mattina, con alcune cose (io poi direi tutte), veramente monumentali, come il '99, il '96, e il '96 demi sec di Polisy, per finire con un Rosè de Saignèe Doux che ho descritto nelle mie note solamente come:  Spettacolare!
Un'altra cosa emozionante è stata la visita dai signori Fallet-Prevostat, nel villaggio di Avize, con annessa visita alla cantina. Un grande tesoro nascosto in decine di cunicoli dove era difficile passare se non di lato, completamente circondati da bottiglie, una cosa davvero particolare, come il furgoncino Citroen degli anni '50 ancora in perfetto stato che viene usato regolarmente ad ogni vendemmia. Un blanc de blanc buonissimo quello prodotto dai coniugi Fallet, strutturato ed elegante, setoso, grande freschezza con un utilizzo del legno sapiente e bilanciato. Versato poi dalla mano della molto anziana signora Fallet ha acquisito un significato decisamente diverso, riflettendo sulla sua vita e quella del marito Michel,  perennemente a contatto con la vigna e poco col mol mondo esterno, nessuna insegna fuori della porta, una grande riservatezza e umiltà di vignerons che rischiano di non vedere portati avanti i loro sforzi. Speriamo tanto non sia così.
L'ultima sosta prima di partire è stata invece da una grande Maison, Louis Roederer,  grande in termini di numero di bottiglie prodotte e grande anche per lo spessore del suo nome. Negociant-Manipulant, 214 ettari vitati di proprietà sparsi per i migliori comuni della regione, molti dei quali stanno vivendo il passaggio ad una agricoltura biologica o biodinamica, una storia importante che comincia nel 1760 ed oggi rimane tra i nomi che si usano come sinonimo di grandi champagne. Una visita interessantissima in un impianto moderno, che però non dimentica la storia che ha attraversato la maison, in cui il Cristal, il suo prodotto di punta, riposa 6 anni sui lieviti, e già dal colore giallo dorato e dal finissimo perlage fa presagire un fascino che stimolerà l'olfatto e il palato. Abbiamo degustato l'ultimo uscito dalle cantine, il 2004, che si è espresso con una elegantissima speziatura, pasticceria, grande freschezza, per poi arrivare in bocca a mostrare la stoffa del fuoriclasse, con una cremosità e un gusto stupendi, acidità millimetrica, voluttuoso, complesso, un grande champagne davvero.
Salutando lo Chef des Vignes di Roederer ci siamo rimessi in macchina per tornare a casa, riattraversando le vigne intervallate dal giallo dei campi di colza, e poi giù verso la borgogna, guidando verso Roma, parlando delle cose che faremo non appena potremo tornare, la prossima volta.

31 mar 2011

Domaine Chavy-Chouet
Primizie di Borgogna
Vi avevamo già parlato  in una bellissima serata organizzata qui da Remigio, di questa cantina condotta da Romaric Chavy, figlio di Hubert Chavy, settima generazione di viticoltori nel territorio di Mersault e Puligny Montrachet. I nuovi arrivi sono il Bourgone Blanc "Les Femelottes" 2010, che molti hanno apprezzato durante lo scorso anno, e la novità assoluta che è il Bourgogne Rouge "La Taupe" 2010, un rosso ottenuto da uve coltivate nel comune di Pommard da vecchie vigne dalla bassissima resa. Vi aspettiamo in questo bellissimo inizio di primavera romana ad assaggiarli insieme a noi.


29 mar 2011

Champagne Jean Pierre Legret

Il piccolo villaggio di Talus Saint Prix, nella valle della Marna, è dove risiede Jean Pierre Legret. La sua famiglia ha lavorato per generazioni a contatto con le viti, ma sono stati i genitori di Jean Pierre ad affittare prima, e ad acquistare poi, le vigne che ora sono parte della proprietà. I signori Legret hanno cominciato da zero, reimpiantando la maggior parte delle viti dei 3 ettari che sono nel villaggio, acquistando un altro ettaro e mezzo nel villaggio di Sezanne e un altro mezzo ettaro a Barbonne. Jean Pierre intanto concludeva i suoi studi in enologia, per poi tornare nella proprietà di famiglia dopo esperienze di lavoro da altri produttori. Le vigne di Talus Saint Prix hanno una completa esposizione a sud, ed insieme al terreno argilloso e  particolarmente ricco di limo fanno sì che le uve a bacca nera siano quelle che qui rendono meglio, mentre nei due villaggi più a sud in direzione della Cote de Blancs è lo chardonnay che esprime al meglio il suo potenziale.
Vigneron Independant, Jean Pierre Legret produce champagne estremamente interessanti, beverini, per uno stile che cerca la materia e allo stesso tempo una giusta freschezza, riuscendo a creare delle cuvèe mai banali e ricche di personalità, cosa che gli ha già deputato numerosi premi internazionali.

26 mar 2011

Champagne Vincent Bliard


Terza generazione di "vigneron", 4,5 ettari coltivati secondo il metodo bio dal 1970, 25.000 bottiglie prodotte nel villaggio che fu dimora e fucina di innovazione del monaco più conosciuto dal mondo vitivinicolo.
Solo alcuni numeri che riguardano Vincent Bliard, Recoltant Manipulant nel village di Hautvillers, a nord di Epernay, cuore pulsante della produzione champenoise. La famiglia Bliard è qui da molto tempo, ma il nonno di Vincent negli anni '70 decide, in maniera autonoma e del tutto pioneristica per il periodo, di seguire un metodo di coltura della vigna che non facesse nessun tipo di uso di prodotti di sintesi, affidandosi solo a metodi naturali come quelli che, per lui, si usavano tempo prima. Acquisisce la certificazione Ecocert, per cui nessun prodotto di deriva animale verrà d'ora in poi usato per procedimenti di cantina, utilizza solo rame, zolfo e alcuni tipi di alghe per gli eventuali interventi in vigna e solamente se si rendono necessari, e mette quindi le radici(sane) a quella che oggi è un'azienda a conduzione familiare ma dallo spessore di una grande maison.

 Abbiamo incontrato Vincent Bliard e sua moglie pochi giorni fa a Roma, e al di là del fatto che è simpaticissimo e particolarmente solare (in più è un grande rockabilly con la passione per Johnny Cash!!) , gli abbiamo più volte fatto i complimenti per quello che, a nostro avviso, è uno degli champagne più interessanti e promettenti degli ultimi anni. Il Carte Noir ha profumi di pane tostato, frutta secca, leggermente mandorlato, il naso è fresco e fragrante, in bocca è deciso e ben equilibrato, ampio, gratificante! Il suo rosè è uno dei nostri preferiti, piccoli frutti rossi, caramelle, una leggera speziatura, erbe aromatiche, in bocca entra morbido per poi distendersi con classe e una persistenza favolosa. Per non parlare poi della sue cuvèe Prestige, che rimane 5 anni sui lieviti, o la cuvèe Excellence, che passa 7 anni sui lieviti ed è uno champagne dalla straordinaria ossatura ed eleganza. Insomma, un vero fuoriclasse che riesce a emozionare con uno stile solido e caratteristico, e al quale diciamo "chapeau" ancora una volta, fino alla prossima bottiglia.
 I Morgon di Jean Foillard
L'altra faccia del Beaujolais

 Dopo un anno di attesa, in cui possiamo dire di aver capito che ai produttori francesi piace che gli sia fatta la corte,finalmente possiamo raccontarvi di una perla della zona del Beaujolais, il Morgon di Jean Foillard.
La piccola ma florida e produttiva  zona che si estende a nord di Lione e a sud di Macon è compresa nel dipartimento del Rodano e in minima parte in quello di Saone et Loire, al limite del massiccio centrale ad oriente mentre discende verso la Loira nella parte occidentale.
Jean Foillard vive e lavora a Villié Morgon, dove possiede circa 11 ettari totali che ha aquisito nel tempo dopo aver lavorato nell'azienda di famiglia, recuperando e restaurando una proprietà in decadenza nel 1982, e cominciando a lavorare senza l'ausilio di prodotti chimici e con un approccio più "pulito" nella conduzione della vigna e nella vinificazione dal 1985.




Ora è uno dei punti di riferimento non solo nella zona, dove ha contribuito a rilanciare e valorizzare un terroir ricco di sorprese e di realtà qualitativamente importanti, ma anche all'estero dove il suo vino viene esportato e considerato un modello per chi cerca nei vini cosiddetti "naturali" quel carattere e quell'identità del territorio che gli sono propri. I vini che Foillard produce sono il frutto di un unico vitigno, il Gamay, ma che differenzia vinificando separatamente le parcelle di "Corcelette", di "Cote du Py" e di "Fleurie". Il suo Morgon Classique è l'unico in cui utilizza vini provenienti da parcelle diverse e meno interessanti e la cuvèe "3.14" proviene invece da vigne di almeno 80 anni nel vigneto "Cote du Py". La vinificazione che Foillard porta avanti è quella tradizionale della zona del Beaujolais, adottando allo stesso tempo tutte le modifiche che lo rendono speciale. Raccolta rigorosamente a mano, maturazione completa dei grappoli che una volta raccolti in piccole ceste da 40 kg. passano in vasche di cemento in una sala refrigerata, dove la bassa temperatura rallenta i batteri ma non i lieviti, rigorosamente indigeni. Una volta completata questa fase parte la macerazione carbonica, nella quale si assiste alla "mortificazione" dei grappoli, ossia il colore e le componenti polifenoliche passano dalla buccia alla polpa, bianca in un primo momento, fino a che si colora, in una fase che può durare anche 30 giorni, e producendo appunto CO2. I grappoli quindi passano alla pressatura lenta e alla fermentazione alcolica. I rimontaggi  che seguono sono solo sulle fecce fini, mentre quelle più grandi vengono lasciate in fondo alle vasche,  con un sistema che sfrutta sempre la gravità per essere sempre "dolci" con il vino, dopodichè il contenuto passa in legno fino al momento di imbottigliare. Quest'ultimo passaggio è l'unico in cui c'è un piccolissimo apporto di solforosa.

I vini che Jean Foillard produce sono morbidi, fruttati, piacevoli e persistenti come il Morgon "Classique" 2009, minerali, strutturati e speziati come nel "Cote du Py" 2009, intensi, eleganti e persistenti come nel "Corcelette" 2008, tutti uniti dal filo conduttore della piacevolezza e della facilità di una beva intrigante e sorprendente.
Vi aspettiamo da Remigio per un bicchiere o una bottiglia in compagnia!

3 gen 2011

Auguri di un felice 2011
Auguri di un felice 2011, a tutti quelli che ci hanno accompagnato finora e quelli che speriamo lo faranno in seguito. Alcuni sono in questa foto ma ne mancano moltissimi altri, che in questo 2010 sono stati insieme a noi e ci hanno dato le giuste motivazioni per continuare a fare sempre meglio.
Il nostro bilancio è sicuramente positivo. Abbiamo continuato ad offrire quella che crediamo sia una proposta intelligente e ragionata, nonchè competitiva, mantenendo la nostra curiosità e lo spirito di ricerca e selezione che finora abbiamo portato avanti.
Abbiamo fatto un meraviglioso viaggio in Francia, aumentando il numero degli champagne e dei produttori conosciuti, e consolidando rapporti con quelli visti in passato, tutti portatori di bellissime storie di vita vissuta tra i filari che amiamo raccontare ogni volta che si può, perchè una bottiglia  bevuta così ci regala altre bellissime sensazioni che vanno apprezzate.
Le persone che vengono da noi ormai non sono più clienti, ma amici di cui sappiamo il nome, che condividono con noi un percorso che speriamo vada avanti ancora per molto, perchè a noi piace quello che facciamo, ma ancora di più ci piace condeviderlo con gli amici.
Per questo vogliamo ringraziare tutti, e dire che stiamo lavorando affinchè questo "piccolo" locale diventi sempre più grande.
Grazie a tutti e un felice 2011
Lo staff di Remigio