7 mag 2015

Dichiarazione di intenti per chi parla di Champagne con gli occhi ben aperti

Un articolo scritto dal nostro Fabrizio Pagliardi per Intravino. Riportiamo qui il contenuto di questo post nato dalle riflessioni di ritorno dell'ultimo viaggio in Champagne.

Aprile 2014. Di ritorno dalla Champagne ci confrontiamo tra colleghi di guida e compagni di viaggio sul futuro della AOC e della nostra pubblicazione (Le Migliori 99 Maison di Champagne). Anzitutto si rifletteva sul momento di staticità dello Champagne in Italia. Sempre gli stessi nomi nei listini dei vecchi distributori tranne poche eccezioni mentre i nuovi, gli shop online e i gruppi di acquisto tendono ad affacciarsi sul mercato con ricerca zero; praticamente una corsa all’importazione parallela e alla sovrapposizione in sicurezza. Grandi che mangiano piccoli, piccoli che piratano i grandi e pochi seri che cercano, girano, chiedono informazioni.


Poi ci siamo interrogati su noi stessi, sul nostro lavoro e anche sulla nostra parte di staticità, dovuta alla scelta apparentemente necessaria di selezionare solo produttori importati anche se in minima quantità, e alla necessità di voler e dover seguire in modo diretto l’evoluzione dei tanti che già conoscevamo, oltre a cercare novità.

Dopo altri tre viaggi da allora, adesso stiamo lavorando alla nuova edizione e possiamo dire con certezza che la Champagne non è mai stata così dinamica come ora. Noi dobbiamo correre, la qualità di molti produttori già in guida sta salendo di anno in anno e più di altri anni dovremo fare delle scelte e tagliare alcuni a favore di altri. Infine, dovremo inserire un nuovo capitolo: le “scommesse per il futuro” (o come lo chiameremo), che raccoglierà produttori che si sono appena affacciati o si affacceranno a breve sul mercato, produttori non importati o arrivati ad un cambio generazionale che sta dando i primi frutti positivi.

Abbiamo riflettuto e siamo sempre più convinti che il vantaggio di essere stampati – e quindi ricercati in libreria e non su Google – è di non aver bisogno di nomi chiave, di SEO. Siamo un libro, siamo di carta e possiamo, anzi dobbiamo, spaziare nel nostro lavoro. Non è la presenza di un prodotto o di un produttore ricercato e sulla “tastiera di tutti” che importa ma la qualità delle informazioni e del prodotto complessivo. Senza informazione vera e senza ricerca finiremmo per essere un catalogo da appassionati o, come dice un nostro collaboratore, “un libro porno per onanisti della degustazione”, dove il voto non serve a consigliare ma ad aumentare l’eccitazione del lettore.

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