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26 mar 2011

Champagne Vincent Bliard


Terza generazione di "vigneron", 4,5 ettari coltivati secondo il metodo bio dal 1970, 25.000 bottiglie prodotte nel villaggio che fu dimora e fucina di innovazione del monaco più conosciuto dal mondo vitivinicolo.
Solo alcuni numeri che riguardano Vincent Bliard, Recoltant Manipulant nel village di Hautvillers, a nord di Epernay, cuore pulsante della produzione champenoise. La famiglia Bliard è qui da molto tempo, ma il nonno di Vincent negli anni '70 decide, in maniera autonoma e del tutto pioneristica per il periodo, di seguire un metodo di coltura della vigna che non facesse nessun tipo di uso di prodotti di sintesi, affidandosi solo a metodi naturali come quelli che, per lui, si usavano tempo prima. Acquisisce la certificazione Ecocert, per cui nessun prodotto di deriva animale verrà d'ora in poi usato per procedimenti di cantina, utilizza solo rame, zolfo e alcuni tipi di alghe per gli eventuali interventi in vigna e solamente se si rendono necessari, e mette quindi le radici(sane) a quella che oggi è un'azienda a conduzione familiare ma dallo spessore di una grande maison.

 Abbiamo incontrato Vincent Bliard e sua moglie pochi giorni fa a Roma, e al di là del fatto che è simpaticissimo e particolarmente solare (in più è un grande rockabilly con la passione per Johnny Cash!!) , gli abbiamo più volte fatto i complimenti per quello che, a nostro avviso, è uno degli champagne più interessanti e promettenti degli ultimi anni. Il Carte Noir ha profumi di pane tostato, frutta secca, leggermente mandorlato, il naso è fresco e fragrante, in bocca è deciso e ben equilibrato, ampio, gratificante! Il suo rosè è uno dei nostri preferiti, piccoli frutti rossi, caramelle, una leggera speziatura, erbe aromatiche, in bocca entra morbido per poi distendersi con classe e una persistenza favolosa. Per non parlare poi della sue cuvèe Prestige, che rimane 5 anni sui lieviti, o la cuvèe Excellence, che passa 7 anni sui lieviti ed è uno champagne dalla straordinaria ossatura ed eleganza. Insomma, un vero fuoriclasse che riesce a emozionare con uno stile solido e caratteristico, e al quale diciamo "chapeau" ancora una volta, fino alla prossima bottiglia.
 I Morgon di Jean Foillard
L'altra faccia del Beaujolais

 Dopo un anno di attesa, in cui possiamo dire di aver capito che ai produttori francesi piace che gli sia fatta la corte,finalmente possiamo raccontarvi di una perla della zona del Beaujolais, il Morgon di Jean Foillard.
La piccola ma florida e produttiva  zona che si estende a nord di Lione e a sud di Macon è compresa nel dipartimento del Rodano e in minima parte in quello di Saone et Loire, al limite del massiccio centrale ad oriente mentre discende verso la Loira nella parte occidentale.
Jean Foillard vive e lavora a Villié Morgon, dove possiede circa 11 ettari totali che ha aquisito nel tempo dopo aver lavorato nell'azienda di famiglia, recuperando e restaurando una proprietà in decadenza nel 1982, e cominciando a lavorare senza l'ausilio di prodotti chimici e con un approccio più "pulito" nella conduzione della vigna e nella vinificazione dal 1985.




Ora è uno dei punti di riferimento non solo nella zona, dove ha contribuito a rilanciare e valorizzare un terroir ricco di sorprese e di realtà qualitativamente importanti, ma anche all'estero dove il suo vino viene esportato e considerato un modello per chi cerca nei vini cosiddetti "naturali" quel carattere e quell'identità del territorio che gli sono propri. I vini che Foillard produce sono il frutto di un unico vitigno, il Gamay, ma che differenzia vinificando separatamente le parcelle di "Corcelette", di "Cote du Py" e di "Fleurie". Il suo Morgon Classique è l'unico in cui utilizza vini provenienti da parcelle diverse e meno interessanti e la cuvèe "3.14" proviene invece da vigne di almeno 80 anni nel vigneto "Cote du Py". La vinificazione che Foillard porta avanti è quella tradizionale della zona del Beaujolais, adottando allo stesso tempo tutte le modifiche che lo rendono speciale. Raccolta rigorosamente a mano, maturazione completa dei grappoli che una volta raccolti in piccole ceste da 40 kg. passano in vasche di cemento in una sala refrigerata, dove la bassa temperatura rallenta i batteri ma non i lieviti, rigorosamente indigeni. Una volta completata questa fase parte la macerazione carbonica, nella quale si assiste alla "mortificazione" dei grappoli, ossia il colore e le componenti polifenoliche passano dalla buccia alla polpa, bianca in un primo momento, fino a che si colora, in una fase che può durare anche 30 giorni, e producendo appunto CO2. I grappoli quindi passano alla pressatura lenta e alla fermentazione alcolica. I rimontaggi  che seguono sono solo sulle fecce fini, mentre quelle più grandi vengono lasciate in fondo alle vasche,  con un sistema che sfrutta sempre la gravità per essere sempre "dolci" con il vino, dopodichè il contenuto passa in legno fino al momento di imbottigliare. Quest'ultimo passaggio è l'unico in cui c'è un piccolissimo apporto di solforosa.

I vini che Jean Foillard produce sono morbidi, fruttati, piacevoli e persistenti come il Morgon "Classique" 2009, minerali, strutturati e speziati come nel "Cote du Py" 2009, intensi, eleganti e persistenti come nel "Corcelette" 2008, tutti uniti dal filo conduttore della piacevolezza e della facilità di una beva intrigante e sorprendente.
Vi aspettiamo da Remigio per un bicchiere o una bottiglia in compagnia!